Piante in viaggio

 

 Le protagoniste

 

# A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

SPINACIO DELLA NUOVA ZELANDA: La bietola del capitano Cook

Non erano certo delle riposanti crociere le imprese dei grandi esploratori marittimi di un tempo, quando tutti i giorni dovevano fare i conti con la penuria di acqua potabile e con la necessità di cibo fresco, al posto della carne secca e delle solite gallette da far rinvenire in acqua di mare. Il pensiero di una insalatina, nei lunghi giorni di traversata negli oceani, faceva venire l’acquolina in bocca. La conferma ce la dà la storia del leggendario capitano Cook e dello spinacio della Nuova Zelanda.

Questa particolare specie, la Tetragonia tetragonioides, appartenente ad una famiglia (Aizoaceae) propria dell’emisfero sud, veniva consumata solo occasionalmente dagli indigeni neozelandesi, i Maori. Ma quando gli affamati navigatori europei sbarcarono sui lidi delle isole degli antipodi, nell’anno di grazia 1769, non persero tempo tempo a raccogliersi, cucinarsi e a farsi delle scorte di questa specie di spinacio. E ne furono prontamente raccolti i semi. Fu dunque proprio Josepk Banks, l’insigne botanico che accompagnava il capitano James Cook nella sua prima spedizione australe, a farci conoscere la Tetragonia tetragonioides, al punto che questa Aizoacea finì per essere più apprezzata e consumata in Europa che nella sua terra d’origine. Ma intanto, quella volta, per l’equipaggio della Endeavour fu allontanato il pericolo dello scorbuto.

Lo spinacio della Nuova Zelanda si presenta come un arbusto dal portamento strisciante, capace di coprire vaste aree di terreno; in certe zone oggi è senza dubbio una specie invasiva. Le foglie, di dimensioni medie, hanno forma triangolare e consistenza un po’ carnosa; sono di un verde brillante e ricoperte di fini papille simili a goccioline. I fiori sono gialli e piccoli, riuniti in glomeruli all’ascella delle foglie; i frutti sono simili a piccoli legumi.

Si tratta tipicamente di una alofita, che perciò vive bene nei terreni salsi. Con i suoi tappeti verdi, sfruttati per il rinverdimento di superfici incolte, ha anche un certo valore ornamentale. Se ne utilizzano le foglie alla stregua degli spinaci e le bietole; il loro gusto è un poco acidulo per la presenza di ossalato di calcio. In pratica, per quasi due secoli fu l’unica specie di ortaggio proveniente dall’Oceania ad essere coltivata in Europa.

Ultime piante inserite