Piante in viaggio

 

 Le origini

 

Relitti glaciali (corologia): Sospinte dal ghiaccio

Gruppo: i relitti glaciali

Una volta mi sono messo a fare un rilievo fitosociologico, vale a dire una specie di censimento delle piante che stavano su un’area di qualche metro quadro, e l’ho fatto in un posto molto particolare. A 300 m da me, infatti, su un largo spiazzo adibito a parcheggio, una giovane hostess accoglieva i guidatori stanchi del lungo viaggio, con un sorriso e con un “Benvenuti a Capo Nord”, nella lingua del visitatore.

Il viaggio verso gli estremi confini settentrionali dell’Europa è un viaggio emozionante ed appagante, ma in fondo poco stimolante sul piano botanico. Durante le glaciazioni, la Scandinavia era completamente ricoperta da ghiacci, e nessuna specie aveva la possibilità di viverci, a parte forse qualche lichene sulle rare rocce che emergevano.

Quasi tutta la flora europea era dunque confinata ai bordi del Mediterraneo; quando i ghiacci si sciolsero, molte di quelle specie ripartirono alla volta del grande Nord, seguendo progressivamente il ritiro della calotta glaciale. Ma alcuni esemplari rimasero invece da noi: specialmente in alta quota, in prossimità dei ghiacciai, e comunque in quegli ambienti dalle caratteristiche analoghe. Oggi noi chiamiamo le popolazioni rimaste qui “relitti glaciali”, testimonianze antiche della flora diffusa durante l’era glaciale.

Alla fine della fiera, le specie che vegetano nella penisola scandinava sono quasi sempre le stesse che possiamo trovare in Italia, e in genere nell’Europa meridionale, negli ambienti più freddi e piovosi, come lungo i rilievi delle Alpi, dei Pirenei e dei Carpazi. Il mio rilevamento, il cui foglietto originario conservo gelosamente, me lo dimostrò: conoscevo tutte le piante tranne una, che probabilmente era il Cornus suecica, il corniolo svedese, perché erano tutte piante che avevo già incontrato sulle Alpi.

Quali sono dunque le piante definibili come relitti glaciali? In teoria sono numerosissime, visto che comprendono tutte quelle specie le cui popolazioni hanno un areale disgiunto, un po’ stanno in Scandinavia, un po’ sulle vette delle catene montuose dell’Europa del sud. Ne cito soltanto tre, che mi stanno a cuore: la prima è la Silene acaulis, un magnifico garofanino capace di vivere nelle più improbabili fessure delle rocce, sui monti Rodopi in Bulgaria come nell'arcipelago delle Svalbaard; la seconda è il Polygonum viviparum, che, nella brevissima estate artica o alpina che sia, abbrevia il suo ciclo di vita facendo germinare i semi ancor prima di lasciarli cadere a terra.

Tutti però vi diranno che il relitto glaciale più importante e più noto è una minuscola piantina dalle foglie a cucchiaio, rosse e dotate di strani peli ghiandolosi e appiccicosi: è la pianta carnivora nota come rosolida, la Drosera rotundifolia. E di lei parleremo un’altra volta.

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