Un po’ per provocazione, e un po’ sul serio, mi piace sostenere la tesi per cui, se scoppiasse la guerra e dovessimo fuggire sui monti, un botanico come me avrebbe maggiore possibilità di sopravvivenza: pur avendo vissuto sempre in città, conoscerebbe i frutti, le radici, le foglie commestibili; e saprebbe anche curarsi dalle cadute o dalle ferite inferte dalle pallottole del nemico, sfruttando le proprietà vulnerarie delle piante.
Come suggerisce il nome (e alla mia fantasia lo ha suggerito fin troppo), la vulneraria è indicata per la sua azione disinfettante e cicatrizzante su abrasioni, piaghe, ascessi, piccole ulcere ed eczemi; ci si serve direttamente della pianta fresca o del suo succo. In infuso funziona anche da collutorio in caso di tonsilliti e infiammazioni del cavo orofaringeo. In effetti, anche il mal di gola può essere un problema, quando si lotta per sopravvivere…