Piante in viaggio

 

 Piante in tema

 

Per un traffico quotidiano regolare

Tema (medicina): Le piante con funzione lassativa.

Bisogna avere il coraggio di affrontare certi problemi, e quindi anche certi temi. Per cui anche quello di accompagnare i residui del cibo lungo il transito intestinale che fanno nel nostro corpo, è un problema che va risolto, possibilmente ogni giorno. E noi adesso tratteremo questo tema, ben sapendo che, nel caso di “intasamenti al traffico”, da secoli il genere umano trova un valido aiuto fra le amiche piante.

Sempre con l’ottica delle Piante in Viaggio, svilupperemo questa carrellata sulle specie definite “lassative” (ossia che facilitano il “rilascio”) dividendole per continenti: ai nostri lettori alcune riusciranno molto note, altre forse meno.

Partendo dall’Europa e dall’area mediterranea, al primo posto ovviamente vanno messe le prugne, i ben noti frutti del susino domestico (Prunus domestica); fresche o secche, sono ingurgitate a decine da chi teme blocchi intestinali, ed in fondo non ne disprezza affatto il gusto. Forse per questo in America hanno avuto così successo le prugne della California, commerciate anche qui. Sono davvero lassative? Pare di sì, specialmente se secche, ed hanno ben poche controindicazioni. Ho comunque il sospetto che siano più efficaci le albicocche (Prunus armeniaca), ma ormai la fama è di pertinenza delle prugne.

Da bambini – ma mi dicono che è in commercio ancora adesso – ci somministravano regolarmente la mannite, ottenuta da alcune varietà di orniello, o frassino minore o appunto frassino da manna (Fraxinus ornus); specie autoctona nei nostri boschi collinari, dà un latice contenente il mannitolo, lo zucchero complesso che è il principio attivo della mannite.

Sempre nei nostri boschi possiamo trovare la frangola (Frangula alnus), parente della cascara sagrada (Frangula purshiana) delle regioni occidentali del Nordamerica; di entrambe le specie si utilizza la corteccia, da cui si ottiene una polvere usata in erboristeria, in genere sotto forma di compresse.

Ben poco usata ai nostri scopi è oggi la catapuzia, una specie ruderale che in botanica è la Euphorbia lathyris, il cui latice caustico era soprattutto un rimedio esterno per le verruche.

Ricordiamoci che anche il latice del fico (Ficus carica) ha effetto lassativo; mangiando i fichi freschi, inevitabilmente ne ingeriamo almeno un po’.

Fra le piante coltivate in area mediterranea non va dimenticata la liquirizia (Glycyrrhiza glabra), il cui principale effetto è quello comunque di alzare la pressione sanguigna. Non bisognerebbe abusarne mai.

Raramente invece si riconoscono proprietà lassative a un’altra pianta coltivata, la senape (Sinapis alba), da cui si ottiene appunto il condimento principe nelle cucine del Nordeuropa.

Appartiene ancora all’area mediterranea, ma vive soprattutto sulla sponda africana, il ricino (Ricinus communis). Ci sono stati insegnati gli effetti lassativi dell’olio di ricino, purtroppo, anche dalle squadracce fasciste degli anni ‘20.

Sempre del Vecchio mondo, ma in climi ormai tropicali distanti dal nostro, giungono due piante: la Cassia fistula e la Senna alexandrina, che talvolta si trova come Cassia acutifolia. Vengono entrambe messe in commercio come senna, anche se si dovrebbe riservare questo nome più correttamente alla seconda. Si tratta di ottimi regolatori intestinali, che esercitano una azione, come dicono i testi, “soave”.

Non così si può dire della coloquintide Citrullus colocynthis, un drastico purgante che vive in Asia occidentale e in Africa orientale, usato sin dagli antichi Egizi.

Del Medio Oriente è anche la scammonia (Convolvulus scammonia), piuttosto “drastica” nella azione, ma che non ha gli effetti irritanti della gialappa (o turbitto), la Ipomoea purga, Convolvulacea anch’essa, la cui origine è da cercare nel Messico meridionale. Un po’ meno potente è la Ipomoea pandurata, pianta del Nordamerica, le cui radici hanno appunto azione purgante.

Sono numerose ancora le specie botaniche, in America, in Africa e in Asia, che possono risolvere i nostri problemi di pigrizia intestinale, a volte in modo più gentile, a volte meno. Ma voglio concludere questo elenco con il genere Rheum, che ci arriva agli altipiani dell’Asia centrale e dalle zone fredde della Siberia nord-orientale: il rabarbaro cinese Rheum palmatum, il rabarbaro dell’Himalaya Rheum australe, il rabarbaro della Siberia Rheum compactum, quello medicinale Rheum officinale, e quello coltivato, ossia l’ibrido Rheum x rhabarbarum, svolgono tutti funzione di regolazione intestinale. E, a differenza di altri lassativi, almeno sono buoni…

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