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I fiori galanti (1)

Tema (arte varia): Il linguaggio dei fiori (prima parte)

Mi sono immerso nello studio del cosiddetto “linguaggio” dei fiori convinto che avrei presto dovuto abbandonare ogni pretesa di scientificità: per quale motivo, ad esempio l’acacia dovrebbe significare “amore platonico”? E che rapporto c’è fra la genziana e l’ingiustizia? E fra il botton d’oro e il sarcasmo? Misteri.

Siccome peraltro esiste sempre la remota possibilità che qualcuno di noi regali dei fiori a qualche donna, e che la donna che stiamo corteggiando il galateo dei fiori lo conosca, per non correre rischi suggerisco una visita a qualche sito specializzato, fra quelli dove, oltre al linguaggio dei fiori, troverete inevitabilmente anche oroscopi, consigli per cene rapide se arrivano ospiti inattesi, diete dimagranti e creme depilatorie con l’approssimarsi dell’estate.

Per conto nostro, ci limitiamo ad approfondire qualche aspetto dei rapporti fra la botanica e la complessa simbologia che alberga nell’animo umano, divertendoci talvolta a trovare il nesso, il collegamento, il motivo del fatto che attribuiamo ai fiori un significato.

Andremo più o meno in ordine alfabetico, premettendo che in genere, come è ovvio, i fiori bianchi indicheranno purezza, quelli rossi richiameranno il sangue, la passione, l’eroismo, e i gialli la solarità e la fiducia nel futuro; i fiori effimeri si collegheranno alla caducità delle cose, così come i rampicanti saranno associati alla fedeltà ed alla ostinazione. E partiamo con l’elenco.

L’acanto (Acanthus mollis), scelto dagli architetti del passato per decorare i capitelli dei templi, è senz’altro simbolo di prestigio.

L’agrifoglio (Ilex aquifolium), oltre ad essere il simbolo natalizio che sappiamo, rappresenta forza e resistenza, ed ovviamente, per via delle spine, anche prudenza.

Dubito che l’alloro (Laurus nobilis) possa rientrare nel vostro mazzo floreale, ma se la donna che intendete omaggiare si è appena laureata, è proprio quello il significato più pertinente.

Tutti i fiori del genere Anemone sono fiori che durano poco, e possono essere simbolo di caducità e di abbandono. Meglio evitare.

Sarà per la sua singolarissima struttura, che la aquilegia (Aquilegia spp.) ci rimanda alla follia?

Regalare fiori di arancio è una smaccata proposta di matrimonio: l’arancio da usare è l’arancio amaro (Citrus aurantium), storicamente più appropriato di quello dolce (Citrus sinensis).

Le azalee (genere Rhododendron) vanno benissimo, visto che per Cinesi e Giapponesi sono il simbolo di femminilità e di temperanza, ed anche di buon augurio.

La bella di giorno (genere Hemerocallis) indica civetteria e voglia di ostentazione, mentre la bella di notte (Mirabilis jalapa) denota timidezza; tutto ciò è comprensibile.

Il biancospino (Crataegus monogyna) parla di speranza e al contempo di prudenza; si può regalare in attesa di una risposta positiva.

Di speranza parla anche il bucaneve (Galanthus nivalis), così come di consolazione e solidarietà.

Le specie del genere Balsamina, dette piante di vetro o non-mi-toccare, vanno bene come approccio al fidanzamento: sonno un invito a sciogliere i dubbi.

Non so perché il basilico (Ocimum basilicum) significhi odio, ma è difficile trovarlo in una composizione floreale.

Le begonie (genere Begonia) ci dicono di fare attenzione.

Le bocche di leone (genere Antirrhinum) segnalerebbero indifferenza.

(continua)

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