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I fiori galanti (2)

Tema (arte varia): Il linguaggio dei fiori (seconda parte)

(torna alla prima parte)

La calendula (Calendula officinalis) ha il significato di dispiacere, dolore, ed è spesso legata a gelosia e pena d’amore.

Le calle (ad esempio la Zantedeschia aethiopica) indicano raffinatezza, e non ne sono stupito.

Per molti la camelia (Camellia japonica) spingerebbe ad affrontare ogni sacrificio in nome dell’amore, ma i significati cambiano a seconda del colore del fiore.

Con il genere Campanula si inviano segnali di sottomissione, adulazione, vanità.

Capisco bene perché il capelvenere voglia dire discrezione: l’Adiantum capillus-veneris si nasconde nell’ombra, fra le rocce delle fontane e delle gore.

Ogni caprifoglio (genere Lonicera) dimostra legame affettuoso, vincolo d’amore e via dicendo.

Regalare dei cardi (generi Carduus, Cirsium, Carlina…) è un indice sicuro di misantropia.

Nel ciclamino (genere Cyclamen) si deve leggere rassegnazione e addio.

Le molte cultivars del genere Clematis, le clematidi, hanno il sapore dell’artificio, o della bellezza intellettuale.

Il crisantemo (genere Chrysanthemum) è associato ai riti funerari di Occidente, ma in Oriente non sempre riveste lo stesso ruolo.

Ovviamente i rampicanti detti vilucchi o convolvoli (genere Convolvulus) segnalano ostinazione.

Le dalie (genere Dahlia) cambiano significato a seconda del colore: la bianca parla di freddezza, la rossa di false lusinghe, la gialla di leggerezza, ma tutte indicherebbero gratitudine; i messaggi sono in effetti ambigui.

Il dittamo (Dictamnus albus) starebbe, chissà perché, per amore dormiente.

È invece assolutamente comprensibile il motivo per cui l’edera (Hedera helix) ha il significato di fedeltà, amicizia duratura, amore possessivo ed esclusivo.

Il fiordaliso (Centaurea cyanus) suggerisce delicatezza e purezza dei sentimenti, ma quanti sono i fiori che trasmettono le stesse sensazioni?

E se parliamo di purezza e di candore immacolato, come non pensare invece al giglio di Sant’Antonio, il Lilium candidum? I quadri rinascimentali della Annunciazione lo dimostrano ampiamente.

Più prosaicamente, la ginestra indicherebbe pulizia: almeno una, la ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius), è impiegata infatti per costruire scope e ramazze.

Il gladiolo significherebbe rispetto: forse perché la parola “gladiolo” sta per “piccola spada”?

Se nel nostro bouquet mettiamo qualche spiga di grano (Triticum spp.), vogliamo augurare prosperità

La lavanda (Lavandula spp.) sta sia per “buona fortuna” che per “distacco, allontanamento”: è così che salutiamo i nostri vestiti riposti nei cassetti fino alla prossima stagione?

La malva (Malva sylvestris), pianta medicinale lenitiva, è sinonimo di mitezza e di serenità.

La margherita (Leucanthemum spp.) ha un sacco di significati positivi, scegliete voi fra bontà, semplicità, innocenza, spontaneità, pazienza, freschezza e purezza.

La menta (Mentha spp.) ci parla di virtù. Ha a che fare con l’alito della nostra amata?

Se regaliamo a una donna la mimosa (Acacia dealbata), simbolo di libertà, autonomia, ed anche di sensibilità e grazia, è l’8 marzo.

Il mirto, la pianta dedicata a Venere, ha ovviamente a che fare con l’amore, in tutte le sue varianti (compreso l’amore tradito).

Il mughetto (Convallatia majalis), per le donne francesi ha lo stesso significato della mimosa, con in più un tocco di civetteria.

(continua alla terza parte)

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