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Marianne, una vita fra viaggi e colori

Biografia: Marianne North

Come molti altri successi della tecnologia, che hanno scandito la Storia dell’umanità, la fotografia è una invenzione recente, databile intorno alla prima metà dell’800 (cercate su Wikipedia alle voci Nièpce, Daguerre e Talbot), e lo è ancora più quella della fotografia a colori, perfezionata solo alla fine degli anni ‘30 dello scorso secolo.

Ma come si poteva, prima, documentare la bellezza ed i caratteri botanici delle specie che man mano si venivano a scoprire negli angoli più remoti del mondo? Per forza di cose, si doveva ricorrere alla tecnica che la specie umana ha usato ancora prime della scrittura: il disegno. Con tutte le sue varianti: schizzo, acquerello, incisione, graffito, affresco, colori a olio, a tempera, gessetti, pastelli, chine.

Non è un caso che le spedizioni scientifiche del passato prevedessero sempre fra i loro membri un disegnatore, capace di immortalare dal vero i colori e le forme delle specie botaniche, così come gli animali, i paesaggi, ed anche le etnie che incontravano nelle loro esplorazioni.

Chi decise di dedicare la vita alle raffigurazioni botaniche fu Marianne North, che nacque da famiglia benestante nella contea di Hastings, nel 1830. A venticinque anni, dopo la morte della madre, la giovane inglese prese ad accompagare il padre nei suoi viaggi, e iniziò così a sfruttare le doti di pittrice che aveva coltivato, insieme al canto, negli anni della sua formazione.

La scomparsa del padre (1869), a cui era intimamente legata, fu un lutto da cui non si sollevò per due anni, fino a che, superata ormai la quarantina, non decise di riprendere a viaggiare per il mondo, dipingendo la flora di Paesi lontani.

Iniziò con Canada, Stati Uniti e Giamaica, per poi trascorrere quasi un anno nelle foreste del Brasile (1872). Nel 1875 la troviamo a Tenerife, punto di partenza per un viaggio di due anni che la portò in California e poi dall’altra parte del Pacifico, in Giappone, nell’arcipelago indonesiano e infine a Ceylon.

Trascorse in India il 1878, e quando fece ritorno a Londra fece esporre alcune sue opere, ottenendo un notevole successo. Questo fatto la incoraggiò a scivere a sir Joseph Hooker, allora Presidente della Royal Horticultural Society, per offrire ai giardini botanici di Kew non solo la sua collezione di disegni, ma anche i soldi per costruire un padiglione capace di ospitarla. Hooker accettò volentieri, ed i lavori furono affidati alla sovrintendenza dell’architetto James Ferguson.

Come ovvio, la nostra Marianne non si fermò ad aspettare il completamento dei lavori: fu proprio il suggerimento di Charles Darwin a convincerla a partire per i lidi di Australia e Nuova Zelanda (1880).

Tornò in Inghilterra per l’inaugurazione del padiglione (1882), e subito pensò bene di recarsi in Sudafrica (1883), alle isole Seychelles (1884) e in Cile (1885) per realizzare altro materiale da includere nella collezione.

Marianne North si spense nel 1890, all’età di 60 anni. I suoi diari, pubblicati postumi nel 1892 e nel 1893, ebbero un grande successo; il titolo che l’editore diede agli scritti della North suonava più o meno così: “Ricordi di una vita felice”.

Oggi, la Marianne North Gallery dei Royal Botanic Gardens di Kew conta 832 quadri. Alcune specie, che da lei furono disegnate per la prima volta, come la Nepenthes northiana del Borneo, furono dedicate proprio alla pittrice inglese. Un segno di riconoscenza dai suoi amici botanici.

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