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La gomma rubata

Episodio: il caucciù dal Brasile alla Malesia

C’è un furto che ha cambiato la storia economica del nostro pianeta. Se ne potrebbe davvero fare un film. Siamo alla fine dell’Ottocento, protagonisti il Brasile e la Gran Bretagna: è la avventurosa vicenda che ha portato al furto del caucciù, l’albero della gomma, l’Hevea brasiliensis, la euforbiacea più importante del bacino del rio delle Amazzoni. La raccolta e la produzione della gomma naturale stavano rendendo floride le economie della ex-colonia portoghese, come testimoniavano gli splendori della città di Manaus. Ma l’Impero britannico era in agguato.

Le autorità brasiliane avevano vietato la esportazione delle piantine di Hevea, base della ricchezza di quella regione. Ma alla Royal horticultural Society, con sede al leggendario Kew Garden di Londra, si trovò il modo di aggirare l’ostacolo. Si allestì una fittizia spedizione scientifica, con il compito di riportare in patria una collezione di esemplari botanici, fra i quali averebbero dovuto trovare spazio i semi del caucciù. Affinché i semi rimenessero vitali, si doveva tuttavia effettuare il viaggio di ritorno con estrema celerità. Senza badare a spese, si affittò la nave a vapore più veloce del momento, la Amazonas, a nome proprio del governatore britannico delle Indie.

Gli ufficiali della dogana brasiliana naturalmente si insopettirono della eccezionalità e della dispendiosità di tale insolita impresa, cosicchè fu addirittura il console inglese, accompagnato dal botanico a capo della spedizione scientifica, a recarsi in visita ufficiale dal respondabile delle dogane. Il quale fu blandito adeguatamente, con la spiegazione che la stessa regina Vittoria era irresistibilmente attratta dal fascino della flora amazzonica, così varia e rigogliosa. L’ufficiale brasiliano si sentì persino onorato di queste regali attenzioni, e i due inglesi ottennero così di sveltire al massimo la trafila burocratica necessaria: la storia dice che nel giro di una sola ora la Amazonas era già fuori da Parà, il porto alle foci del grande fiume, e solcava veloce le onde dell’oceano. Nelle stive aveva settantamila semi di caucciù, ma di questi solo tremila sarebbero sopravvissuti al momento dell’ingresso nei docks di Londra.

Grazie alla paziente opera dei giardinieri del Kew Garden, quasi duemila semi riuscirono in pochi mesi a diventare pianticelle abbastanza robuste da imbarcarsi nuovamente per un lungo viaggio in mare. Questa volta la destinazione era la Birmania, e quindi la Malesia. Erano quelli i posti dove l’Impero Britannico aveva le sue colonie, la sua manodopera a basso prezzo, e il clima simile a quello amazzonico. Quelle piantine di caucciù diventarono le capostipiti di tutti gli alberi della gomma  dell’Estremo Oriente, che nei decenni successivi fornirono il prezioso materiale alle industrie di Sua Maestà.

Così è la Storia.

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