Piante in viaggio

 

 Le protagoniste

 

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LUPINO: Prima l'amaro, poi il dolce

Avete avuto tutti qualche compagno ignorante convinto che i Malavoglia fossero caduti in disgrazia perché i lupini gli erano annegati. Anche se non siete stati voi a rispondere così ad una esterrefatta prof di Lettere, qualche dubbio comunque lo avete avuto, quando avete letto del naufragio della barca di padron ‘Ntoni: anche voi non conoscevate i lupini.

I lupini non sono piccoli lupi, sono i semi del Lupinus albus, una Leguminosa annuale, eretta, alta fino a 1,5 m, poco ramificata, pubescente.
 Le sue foglie sono alterne, palmato-composte, con un lungo picciolo al termine del quale partono 5-9 foglioline ovate-lanceolate, a margine intero. 
I fiori bianchi, grandi, e piuttosto vistosi (come si nota in molti lupini ornamentali), sono riuniti in densi racemi terminali.

I legumi, lunghi, eretti, addossati al fusto, sono pubescenti ed appiattiti, e contengono da 3 a 6 semi chiari, lenticolari, di diametro fino a 15 mm, simili a monete. In proposito Orazio, in una delle sue Epistole, scrive: “l’uomo probo e saggio sostiene di essere incline alle cose alte; né d’altra parte ignora quanto siano distanti le monete dai lupini”. 


Il lupino in effetti è pianta nota, coltivata ed apprezzata sin dall’antichità. Il Lupinus albus è originario dell’area balcanica, e diffusa in tutto il bacino mediterraneo ed altrove (viene coltivato con successo anche in Australia); tuttavia, come altri lupini coltivati, sino all’inizio del secolo scorso forniva dei semi troppo amari, per la presenza di alcaloidi sgradevoli al palato ed anche un po’ tossici. Si era costretti dunque a bollire i lupini mettendoli ripetutamente a bagno, e conservandoli direttamente in acqua. Lupini dolci arrivarono solo nel 1928, quando lo scienziato tedesco Reinhold von Sengbusch riuscì a selezionare le prime varietà di lupini a basso contenuto di alcaloidi (sotto al 5 per mille). Esempi di lupino dolce sono le cultivar Kiev Mutant (detta anche lupino bianco dolce del Marocco) e Multolupa.

Il lupino è molto amato dagli agricoltori: resiste al freddo così da poter essere seminato in autunno, resiste al caldo e alla siccità, e produce una granella ricchissima in proteine (fin oltre al 35%); inoltre, cresce sui suoli più ingrati, acidi e magri, dove ogni altra foraggera fallisce: i terreni subacidi di natura vulcanica presenti in Lazio e Campania sono in Italia i più adatti per il lupino bianco.

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