Nella mitologia nordica, il mito originario della creazione ha come scena iniziale un albero. Viene chiamato Yggdrasill. In alto, appollaiata sui rami, sta un’aquila (a sua volta fra i suoi occhi è appollaiato un falco), in basso una serpe demoniaca ne rode le radici. Altri animali circondano l’albero e si nutrono delle sue foglie. Lungo il tronco di Yggdrasill, lo scoiattolo Ratatoskr sale e scende, portando notizie e stabilendo un collegamento fra il Cielo e la Terra, fra gli Dei e gli Umani. Non ve la racconto tutta, vi dico solo che l’albero Yggdrasill sopravviverà al crepuscolo degli Dei, pur tremando nel momento più spaventoso dell’apocalittico dramma cosmico. Dopo la terribile prova, “la terra uscì dal mare e fu verde e bella”.
Il frassino vive in forre e boschi umidi delle zone montane, ma anche lungo i corsi d’acqua di pianura in climi temperati. Diffuso in Europa, fino alle regioni caucasiche, viene sovente impiegato in rimboschimenti.
Il legno del frassino, duro ed elestico, era molto usato soprattutto un tempo per fare mobili e sci. La corteccia e le foglie hanno proprietà diuretiche, lassative e inoltre servono a curare i dolori reumatici e a combattere il colesterolo. Il decotto di corteccia è un eccellente febbrifugo.
Del valore simbolico del frassino, abbiamo già detto, ma altro ci sarebbe da dire. Solo una cosa: se conoscete i caratteri runici, vi consiglio di scrivere a Odino usando appunto i rametti del frassino. Funziona.