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GENZIANA GIALLA: Il bicchierino di fine pasto

Se dobbiamo dare retta a Dioscoride, il nome “Gentiana” deriva da quello del re dell’Illiria o della Sclavonia Gentius, vissuto nel II secolo a.C.; sembra che a questo antico re l’umanità debba l’introduzione della genziana gialla nella farmacopea mondiale.

La genziana gialla, o genziana maggiore, con poca fantasia in latino fa Gentiana lutea. Rispetto a tutte le genziane, che hanno il più delle volte il fiore blu, si riconosce facilmente per il fiore giallo, e per la struttura complessiva della pianta, che ha un portamento colonnare. Dal fusto robusto, cilindrico e cavo, a intervalli regolari si dispongono le foglie chiare, largamente lanceolate, a margine intero, con 5-7 nervature subparallele evidenti, che convergono all’apice; quelle basali sono più grandi (fino a 15 cm), poi si riducono gradualmente verso l’alto. I fiori hanno una corolla di colore giallo, con 5-6 petali saldati alla base, talvolta dotati di punteggiature scure. I frutti sono capsule oblunghe, che a maturità si dividono e rilasciano semi ovali grigio-bruni.

Presente nel Sud Europa, la genziana gialla cresce nei prati e nei pascoli della regione montana e subalpina, a quote in genere elevate.

Più o meno ogni specie del genere Gentiana possiede le stesse proprietà, ma la genziana gialla le batte tutte: è quindi considerata una delle piante digestive e febbrifughe più valide. I principi amari contenuti nella radice sono utili per stimolare e bilanciare la secrezione dei succhi gastrici e biliari, oltre a migliorare l’assimilazione dei cibi e a funzionare da febbrifugo. Il liquore alla genziana gialla, per chi ama i gusti amari, è semplicemente formidabile, e il suo valore medicinale dà ottime giustificazioni a chi vuol terminare un pasto abbondante con un buon bicchierino di grappa aromatizzata. Il liquore o la grappa di genziana gialla si possono benissimo fare in casa come facciamo noi tutti gli anni, purché nella raccolta non si faccia confusione con il veratro (Veratrum album), che fra le altre cose è piuttosto velenoso. L’effetto sarebbe l’opposto…

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