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BIANCOSPINO: Principio di precauzione

Si trovano spesso, sul web, ricette basate sull’uso del biancospino. Vi consiglio di diffidarne: le ricette che prevedono fra gli ingredienti la corteccia, i fiori o le foglie del Crataegus monogyna andrebbero prescritte unicamente dal vostro medico di fiducia. In quelle parti della pianta, infatti, il biancospino contiene trimetilammina, acidi organici, zuccheri, acido crategico, flavonoidi, acidi triterpenici. Per questa ragione del biancospino sono indicati (anzi ripeto, prescritti) l’infuso e la tintura dei fiori contro l’insonnia, l’ipertensione e le palpitazioni, e il decotto della corteccia come febbrifugo.

Stabilito questo fondamentale principio di precauzione, potete invece stare più tranquilli se usate i frutti del Crataegus monogyna, nei quali le sostanze potenzialmente tossiche sono molto meno presenti: i frutti in decotto sono comunque utili contro la diarrea e la ritenzione urinaria; per uso esterno (ma solo per quello), il decotto di frutti e corteccia e l’infuso dei fiori sono buoni antinfiammatori della bocca e delle gengive. E infine, quei frutti scarlatti non sono affatto male se lasciati a macerare in qualche buona grappa, lo dico per esperienza diretta.

La descrizione del biancospino si può completare dicendo che questa Rosacea è pianta in genere arbustiva, talvolta delle dimensioni di un piccolo albero, alto al massimo a 7 m. La chioma caducifoglia è molto ramificata, con rametti spinosi. Le foglie, semplici e picciolate, verdi e lucide, hanno lamina un po’ a ventaglietto. I fiori, riuniti in infiorescenze (corimbi), sono piccoli, di odore forte e con petali bianchi o rosati. I frutti, di cui si è detto, sono rotondeggianti, di colore rosso vivo, e contengono ognuno due semi, rossi a maturità, di sapore asprigno. Vengono mangiati volentieri dagli uccelli e diffusi con i loro escrementi.

Il biancospino è un arbusto molto comune, originario dell’Europa centro-meridionale e del nord Africa: si trova ovunque in Italia, nelle siepi, macchie e boscaglie, dalla fascia mediterranea sino all’orizzonte inferiore del piano montano (fino a circa 1600-1800 metri sul livello del mare).

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