La differenza fra una pianta erbacea annuale ed una perenne è la seguente: se passate l’anno dopo, quella annuale potreste non trovarla, quella perenne rispunta nello stesso posto, perché la radice lì sotto non muore. Ho espresso in maniera poco canonica la sensazione di sicurezza che mi dà l’acanto, che si rigenera ogni anno rigoglioso dalle sue radici perenni: ai margini dei sentieri e nei fossi, in genere all’ombra, capita così di ritrovare spesso, puntuale, l’Acanthus mollis, una pianta erbacea perenne piuttosto grande, fatta da una rosetta di foglie basali da cui si innalza uno stelo fiorale alto più di un metro. Le larghe foglie basali, spatolate, particolarmente decorative, sono di un colore verde scuro e lucido, e più chiare nella pagina inferiore; la loro lamina mostra lobi profondi dal margine dentato, spesso spinoso; quelle sul fusto sono più piccole, ovate, dall’apice terminante con una spina, e senza picciolo. Come le foglie, anche i fiori si fanno apprezzare: dal centro delle foglie si erge una lunga spiga cilindrica, con grandi brattee ovate, dotate di denti spinosi; ciascun fiore ha il calice diviso orizzontalmente in due labbra: il labbro superiore è più grande, a forma di cappuccio, di colore violaceo, l’inferiore è quasi assente; per contro, la corolla è ridotta al solo labbro inferiore, trilobato, color bianco sporco e venato di porpora. I frutti sono capsule divise in loculi, con ciascuno due grossi semi scuri; l’apertura dei loculi è “esplosiva”: avviene di scatto, proiettando i semi a distanza.
Che sia vivo e vegeto in Natura, o che sia dipinto e scolpito nella pietra, l’acanto è davvero una decorazione fatta pianta...