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PIOPPO BIANCO: Neve di giugno

Può nevicare in pianura padana d’estate? Mi sembra altamente improbabile, e allora penso che quei fiocchi bianchi che vedo non siano neve, bensì i leggerissimi frutti del pioppo bianco,

Il pioppo bianco, traduzione letterale del nome latino Populus alba, è un bell’albero caducifoglio, alto fino a 30 m, dalla chioma ampia e frondosa. La corteccia grigia e liscia, ma punteggiata da piccole lenticelle suberose, con l’età si fa più scura e si solcata in senso longitudinale. Le foglie hanno forma ovale o rotondeggiante e margine irregolarmente lobato; la loro caratteristica più evidente è la forte differenza cromatica fra la pagina superiore, di verde scuro e lucido, e quella inferiore, candida per la presenza di una fitta peluria bianca (presente anche sui getti giovani). I fiori, poco appariscenti, riuniti in amenti maschili o femminili sulla stessa pianta, compaiono prima delle foglie. La dispersione dei semi, contenuti in capsule, è affidata al vento grazie alla presenza di fini filamenti pelosi, che fanno la “neve di giugno”.

Il pioppo bianco è una Salicacea spontanea in buona parte dell’Europa e della vicina Asia, dal Mediterraneo alla Siberia meridionale e al Nordafrica, dove forse è stata introdotto. Gradisce terreni freschi, profondi, alluvionali, anche temporaneamente allagati; vive lungo corsi d’acqua a lento deflusso, laghi e canali.

Il pioppo bianco ha un legno di scarso pregio, adatto al massimo alla produzione di cellulosa, imballaggi e pannelli truciolari. Come nei salici, la sua corteccia ha proprietà febbrifughe e diuretiche.

Il pioppo bianco ha però un significato simbolico (leggibile nel doppio colore della lamina fogliare) di passaggio verso il mondo ultraterreno, e di rigenerazione; per questo era un albero venerato presso i popoli dell’antichità: i Celti, così come in seguito i Romani nelle loro tradizioni pagane, lo ritenevano dimora dei guerrieri periti in battaglia.

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