Piante in viaggio

 

 Le protagoniste

 

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PANDANO: Bella la Polinesia, ma…

Bella la Polinesia, spiagge finissime, mari cristallini, isole da sogno... tutti noi vorremmo andarci a stare, ma ricordiamoci che, per viverci davvero, bisogna procurarsi l’acqua, quella dolce, quella da bere. Non è un caso che alcune leggende delle isole del Pacifico siano incentrate sulla ricerca della preziosa acqua. Una di queste viene dalle Hawaii, e ci parla di due anziani coniugi abitavano un luogo dove non c’era acqua, che dovevano procurarsi molto lontano da lì. Pregavano ogni notte fino a che fecero un sogno, che indicava una sorgente presso un certo albero che cresceva non lontano dalla loro casa. Sradicarono l’albero, e trovarono una sorgente di acqua limpida e fresca. Questa fiaba riportata dal Cattabiani, e che altrove (Tahiti) ho ritrovato con la variante di due bambini - fratellino e sorellina - al posto dei due vecchi, ha sempre al centro la stessa pianta, ossia il pandano, “hala” in lingua polinesiana.

Il pandano più diffuso e importante dell’Oceania è il Pandanus tectorius (famiglia Pandanaceae), un alberello di 4-14 m, con un singolo fusto sostenuto e ancorato al terreno da radici avventizie; il fusto spinoso si ramifica nella porzione superiore. Le lunghe foglie nastriformi (fino a 150 cm) hanno margine seghettato e apice acuto. Sugli individui maschio crescono piccoli fiori odorosi, in grappoli precocemente caduchi. Sugli individui femmina i fiori assomigliano già a piccoli ananas, come poi faranno assumendo la forma di frutti elissoidali, grandi fino a 20 cm; sono composti da 40-200 elementi legnosi fatti a cuneo, con una parte esterne fibrosa, e una interna che alloggia da 2 fino a 8 semi, che rimangono a lungo vitali.

Il pandano è stato fondamentale per gli abitanti del Pacifico, che lo portavano con sé nella colonizzazione di nuove isole, insieme all’altra fondamentale specie, l’albero del pane (Artocarpus altilis). Oggi il pandano è diffuso dall’Australia all’Indonesia, a Sri Lanka, alle Hawaii e a Tahiti; il suo viaggio dovrebbe perciò coincidere con quello dei primi Polinesiani, ed essere iniziato dall’arcipelago indo-malese.

La polpa del frutto di pandano, commestibile sia da cruda che da cotta, è dunque sempre stata una preziosa risorsa di cibo per molti popoli del Pacifico (ad esempio quelli degli atolli della Micronesia). Le foglie sminuzzate rientrano in alcune salse tipo curry (Sri Lanka), oppure sono usate intere per aromatizzare i cibi, fasciati “al cartoccio” sulla brace (Fiji e Samoa). Le stesse foglie servono a fare stoffe, tappeti, ceste, ed anche i tipici gonnellini indossati nelle tipiche danze locali. Le proprietà medicinali del pandano, presenti a vario modo in foglie, frutti e radici, riguardano le infiammazioni cutanee e quelle urinarie, il mal di stomaco, le cefalee, i dolori reumatici. Le resistenti nervature della foglia funzionano anche da filo interdentale.

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