Piante in viaggio

 

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EPAZOTE: Chi era costui?

Avevo voglia di prepararmi qualcosa di messicano, e sono andato a curiosare su Internet. Su un sito italiano ho trovato una ricetta che mi consigliava fra gli ingredienti l’epazote. Non solo non sapevo come fare a procurarmelo, ma non sapevo neppure cos’era, questo epazote. Dopo aver deciso che gli autori di quel sito che si proclamava italiano dovevano smettere di tradurre le ricette pari pari da siti californiani, o non lo avrei mai più visitato, mi sono preoccupato di capire che cosa fosse questa pianta. Ho scoperto essere la Dysphania ambrosioides, una Chenopodiacea affine dunque alle nostre bietole e ai nostri spinaci.

L’epazote è di solito una pianta annuale, talvolta biennale, che cresce superando di poco il metro di altezza. Le ramificazioni irregolari portano foglie lanceolate abbastanza lunghe, a margine ondulato o dentato. I fiori sono piccoli e verdi, in pannocchie poste all’apice dei rami.

L’epazote cresce diffusamente nei luoghi incolti delle zone subtropicali del Messico e degli Stati uniti meridionali (la varietà ambrosioides è propria del Messico ed è effettivamente quella che si usa in quella cucina).

Lo si usa come ortaggio da foglia: dal sapore forte e pungente, ricorda quello di anice, dragoncello o finocchietto, ma più forte e più resinoso, con un tocco di limone alla fine. Viene tradizionalmente usato in accompagnamento dei fagioli neri, ma si trova anche nella preparazione di quesadillas, tamales, enchiladas e zuppe varie.

Ha proprietà terapeutiche riconosciute, già utilizzate in cucina: viene infatti tradizionalmente aggiunto in Messico come condimento sui fagioli neri, per ridurre gli effetti secondari che comporta l’ingestione di tutti i tipi di fagioli.

L’uso medicinale più frequente è comunque quello legato alle sue proprietà antielmintiche: all’inizio del Novecento, la Dysphania ambrosioides, insieme all’altra specie affine Dysphania anthelmintica (si noti il nome), era il rimedio più diffuso per combattere i vermi, non solo per la specie umana, ma anche per gli animali domestici e di allevamento. Il suo prodotto, ricco in ascaridolo (appunto: contro gli ascari), veniva chiamato olio di Baltimora, perché nella città della costa orientale degli Stati Uniti ci si era specializzati nella estrazione della sua essenza. Negli anni ‘40 ci si orientò verso altre specie più efficaci come vermifughe, ma presso molte popolazioni dell’America latina l’epazote viene tuttora impiegato contro i vermi intestinali.

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