La dionea è una pianta unica nel suo genere. E lo è anche in senso botanico: la Dionaea muscipula è l’unica specie del genere Dionaea, posto all’interno della famiglia delle Droseraceae.
Il commercio della dionea si sta rivelando un buon affare: tutti i potenziali acquirenti restano affascinati dal meccanismo con cui la dionea ottiene il cibo, o meglio, con cui integra la propria dieta, visto che, come è normale, le radici assorbono e le parti aeree fotosintetizzano; ma è anche vero che i suoli su cui vive la dionea non le procurano una sufficiente quantità di azoto assimilabile, per cui la dionea si deve rifornire altrove. E lo fa mangiando insetti, come suggerisce il suo nome commerciale: quello di Venere acchiappamosche (è ciò che in latino vuol dire “muscipula”).
Le foglie della dionea sono provviste di un picciolo “allargato”, che si apre in due valve pelose, ricoperte da una sostanza zuccherina, con margini dotati di una ventina di setole rigide. Quando un insetto vi si appoggia, i peli ne percepiscono il peso e scattano come una molla, intrappolandolo fra le setole. Una volta catturato, l’insetto sarà digerito per via enzimatica, con le valve che resteranno chiuse per tutta la digestione (da dieci giorni a un mese).
Allo stato naturale, la dionea vive nelle paludi e negli stagni torbosi di un territorio ristretto, fra la Carolina del Nord e Carolina del Sud, negli Stati Uniti orientali. Potete andare fin là a cercarla, ma è più facile che troviate la vostra Venere acchiappamosche in vendita su una bancarella. E che restiate lì a guardarla stupiti mentre mangia...