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QUERCIA SPINOSA: Preparando la zuppa inglese

Mentre state mettendo un po’ di alkermes per colorare ed insaporire la vostra zuppa inglese, potreste, dopo questo articolo, farvi venire alla mente una quercia, la Quercus coccifera, o quercia spinosa.

Il nome “quercia” ci evoca l’immagine di un albero possente e maestoso, da ammirare con occhi dal basso verso l’alto. Viceversa, davanti ad un esemplare di quercia spinosa, è molto più frequente che i nostri occhi si debbano abbassare. A differenza della maggior parte delle querce, infatti, la Quercus coccifera è un arbusto compatto, che raramente supera i 5 metri, e in genere si attesta sul metro o poco più. Colpa anche delle condizioni in cui vive, avare di acqua e di suolo, ma generose di calore e di luce. Sono ambienti che coincidono con quella forma di macchia degradata nota come “gariga”, che poi è il nome che viene dato proprio a questa Fagacea (“garrigues”, termine occitano). Le foglie dure e persistenti, hanno lamina spessa di forma ovata a base arrotondata portata da un breve picciolo; il margine è ondulato e dotato 6-7 denti spinosi, che ne motivano il nome. I fiori maschili sono portati in amenti più o meno penduli da 1 a 5 cm, quelli femminili, riuniti in piccole spighe, danno ghiande ovoidali brevemente picciolate, protette alla base da una cupola a squamette rigide aperte verso l’esterno.

Il collegamento fra la quercia spinosa e l’alkermes è presto detto. Sui rami di questa Fagacea vive volentieri un insetto parassita, la cocciniglia Kermes vermilio, che assomiglia a un piccolo chicco di grano rosso-violaceo (da cui “coccifera”, cioè portatrice di cocchi). Il parassita viene raccolto, seccato, sminuzzato e ridotto in polvere, ottenendo così una pregiata sostanza colorante, usata un tempo in tintoria ed oggi appunto, quasi soltanto, in liquoreria.

C’è ancora da dire che la Quercus coccifera vegeta lungo le coste di tutto il Mediterraneo occidentale, dal Portogallo meridionale alla Provenza all’Italia insulare, e sulla sponda africana dal Marocco alla Libia. Nel Mediterraneo orientale la forma “coccifera” viene sostituita dalla forma “calliprinos”, fino a poco tempo fa considerata – anche da me - una specie a se stante. La Quercus calliprinos, un poco più alta e dal portamento più spesso arboreo, avrebbe dunque un areale che va dalle coste dei Balcani (a partire dall’Istria) a quelle del Mar Nero (fino in Crimea), e giù fino all’Egitto, passando da Turchia, Siria, Libano e Israele; viene anche chiamata “quercia di Palestina”, e dovrebbe essere la forma che in Italia si incontra in Puglia e Basilicata, mentre in Sardegna e Sicilia siamo piuttosto sicuri che si tratti della forma “coccifera”. Ma sempre di quercia spinosa si tratta…

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